Eventi e Feste

Varie sono le tradizioni legate al carnevale:“ ‘a morte ‘e carnovale” (morte e funerale di carnevale), la “cantata” dei mesi, la quadriglia e il laccio dell’amore; queste tradizioni hanno origine, con molta probabilità, da antiche feste pancristiane e da arcaici rituali, correlati alla terra e ai rapporti con il mondo divino, all’alternarsi delle stagioni, dei cicli vegetazionali e dei ritmi del lavoro.
Il funerale del Carnevale – Un fantoccio, e spesso anche un uomo, viene sistemato su un trattore, addobbato con frasche d’ulivo, nocciole, fiori secchi e ortaggi, accompagnato dalla banda musicale e dai parenti stretti di Carnevale (le figlie Allegria e Miseria, la moglie Quaresima e le sorelle Pigrizia e Prudenzia), che si lamentano e danno l’ultimo saluto al loro caro, simbolo del vecchio anno che muore; a chiusura del funerale, viene bruciato il fantoccio di carnevale in piazza.
La rappresentazione dei Mesi
La rappresentazione dei mesiI protagonisti sono dodici ragazzi, che rappresentano i mesi dell’anno; ogni ragazzo ha il compito di illustrare ai presenti le qualità del mese, che personifica, sia buone che cattive.
La quadriglia -È un ballo popolare, ispirato dai francesi, durante le tragiche giornate della Repubblica partenopea del 1799 ma che ricorda primitivi rituali del mondo contadino; il numero delle coppie deve essere un multiplo di quattro; a Taurano, per consuetudine, ballano dodici coppie.
Il laccio d’amore o “ballintrezzo”
Laccio d’amore o “ballintrezzo”È un altro ballo popolare, anch’esso di derivazione campestre (l’ingresso dei giovani nel mondo adulto). Questo ballo consiste nell’intreccio e nello scioglimento dei fili, dando vita a delle figure geometriche scenografiche.
Non mancano improvvisati cortei mascherati, che al ritmo di tarantelle e di ammuriate, da Taurano portano l’allegria nei vari paesi del Vallo.
rappresentazione mesi
ballintrezzo
Le consuetudini ed i rituali penitenziari della Settimana Santa (la benedizione delle case e delle uova; la lavanda dei piedi; le struggenti note dei “biancovestiti”; la rappresentazione vivente della “Passio Christi”) propongono un momento di meditazione collettiva sul mistero della morte e al tempo stesso di esorcismo di essa.
Mentre la Chiesa celebra i suoi riti liturgici quaresimali, il popolo tramanda le sue tradizioni, varie e coinvolgenti:
I Biancovestiti, con un canto struggente, richiamano alla preghiera e alla penitenza
I BiancovestitiAll’alba del Venerdì santo, giovani e meno giovani, in camici bianchi e coronati di spine (“i biancovestiti”), in segno di remissione alla clemenza divina e di disponibilità alla penitenza ed al pentimento, preceduti da un crocifero, da quattro donne vestite in nero, che portano un pannello di tela bianca, simbolo della Sindone, escono in processione e ripercorrono la strada dolorosa dei Sepolcri; intonano canti di struggente bellezza (e il pensiero non può non correre ai cori greci guidati dalla Corifea), che echeggiano in quella ora di generale silenzio, ti svegliano, se dormi, e ti commuovono.
Nella tarda mattinata, dopo aver fatto visita alle chiese del Vallo, dove il Giovedì Santo è avvenuta la deposizione dell’Eucarestia nel Sepolcro, “i biancovestiti” si ritrovano a Lauro; qui, sul sagrato della parrocchiale “S. Margherita e S. Potito”, e subito dopo all’interno, la “gara dei cori”.
La rappresentazione vivente della “Passio Christi”
La rappresentazione vivente della Passione di CristoLa rappresentazione vivente della “Passio”, che chiude il ciclo rituale e suggestivo della Settimana Santa,scandisce la sofferenza e la speranza di una comunità intera in una vita più serena e tranquilla; giovani e meno giovani, accomunati da uno spirito di sincera partecipazione collettiva, fanno rivivere, momento per momento, la Passione e la morte del Figlio dell’Uomo, in costumi d’epoca, preparati da abili e pazienti sartine locali.
biancovestiti
passione
La rassegna, nata nel 1996, si svolge nella prima decade di agosto; nasce dalla volontà di dare voce alle nostre tradizioni popolari e, nello stesso tempo, favorire l’incontro tra esperienze folcloriche, apparentemente diverse e lontane, invece, intimamente, collegate alle nostre.
Numerosi i gruppi italiani e stranieri che hanno partecipato agli Incontri Internazionali del Folclore di Taurano; solo per fare qualche nome: Argesul (Romania), Lenok (Russia), Balet folclorico del Estadio de Coahuila (Messico), Santiago e Santomera (Spagna), Bokreta (Ungheria), Jish (Israele), Lodz (Polonia), The Emerald Revell’s (Eire), Fountain, Dobrugia e Sofia (Bulgaria), Kwity Ykrainy (Ucrainia), African Tumbas (Kenia), Santiago del Estero (Argentina), Alegrias do Campos (Portogallo), Abrasevic (Serbia), Landas di Lauree (Francia), S. Nicola di Adelaide (Australia), Jedlovina (Slovacchia), Ballet Huayra Muyos S.Salvador de Jujuuoy (Argentina) e tanti altri
Il Gruppo Quadriglia di Taurano in GreciaQuesta festival ha favorito anche, una intensa attività di interscambio culturale permettendo al “gruppo folk tauranese” di proporre le proprie tradizioni popolari (“il laccio d’amore” e la “quadriglia”) in vari raduni internazionali di folk; tra questi ricordiamo quelli di: Lodz in Polonia (XXII International Folk Festival, 1997); Atalanti in Grecia (Festival delle Tradizioni Popolari, 1998); Cupramontana, in provincia di Ancona (V Raduno di gruppi folclorici, 1999): “Vitosha” di Sofia in Bulgaria (III International Folk Festival, 1999); Santomera in Spagna (XXIII Festival Nazionale di Folclore, 2000); Beirut in Libano, ospiti dell’Istituto Italiano di Cultura, nell’ambito delle manifestazioni per la Festa della Repubblica; Arges in Romania (Festival Carpati 2002).
Il festival “echi d’estate” è progressivamente cresciuto, anno per anno, richiamando l’attenzione dei mass media e di visitatori, sempre più numerosi, provenienti dalle aree limitrofe ( Paesi Vesuviani, Agro nolano, avellinese etc.).
balletto
quadriglia
Le sagre, di solito, si svolgevano e si svolgono in concomitanza di feste religiose; in origine rappresentavano un momento di convivialità (si preparavano e si consumavano insieme i cibi) ma anche occasione per uno scambio di opinioni (raccolto, tecniche agrarie, primi contratti di vendita dei prodotti agricoli, le previsioni del tempo etc…) e per incontri “amorosi”, sotto l’occhio vigile dei genitori e destinati spesso a tramutarsi in fidanzamenti e matrimoni.
Le sagre attuali, nate come un segno di accoglienza agli emigranti nella loro comunità di appartenenza, a suon di sapori, odori e ricordi del passato, si sono ben presto trasformate in un pretesto per promuovere prodotti locali e, spesso, con il ricavato finanziare iniziative varie.
La sagra dello gnocco nasce nel lontano 1996 e, anno dopo anno, ha visto crescere il numero delle presenze; si svolge nel piazzale antistante il convento S. Giovanni del Palco; non è solo degustazione dei prodotti tipici locali (cavatielli, salsicce, contorni, polpette, salumi, stoccafisso, pecorino, pane casereccio, dolci, vino), è buona musica, ma anche cultura, con le visite guidate del convento e della vicina villa romana del I sec a. C., alle chiese e al centro storico di Taurano.
Dietro la sagra c’è l’impegno dei ragazzi della Pro Loco e di tutti i tauranesi che si organizzano molti mesi prima per far rendere al meglio le serate.
La sagra, oltre che bontà è anche una ottima opportunità per sfuggire alle afose città e godersi la frescura e un paesaggio stupendo, che degrada lentamente verso il napoletano.
La sagra è organizzazione Pro Loco Taurano (prima decade di agosto).

Curiosità : ricetta dei “cavatielli caserecci”
Ingredienti:
g 500 di farina di grano duro;
g 500 di pomodori maturi, privati della pelle, dei semi e dell’acqua di vegetazione;
dl 1 di olio extra vergine di oliva;
sale, peperoncino e/o pecorino

Preparazione:
Disponete sulla spianatoia il mucchio di farina e aprite un buco al centro per versarvi le uova, quindi impastate con buona lena lavorando con le mani fino a quando il composto risulterà perfettamente liscio; quindi, staccatene de i pezzetti di circa un cm e con il polpastrello delle dita indice e medio schiacciatele rotando, così da creare tante conchiglie cave; lasciatele asciugare su canovacci infarinati.
Nel frattempo preparare il ragù di maiale, preparato con lardo battuto, cotica ripiena con formaggio e uova oppure con costatelle; lessate i cavatielli in abbondante acqua salata; scolateli cotti al dente, conditeli con il ragù di maiale e portateli in tavola fumanti.
cavatelli


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