Cenni Storici

La storia di Taurano è spesso a metà tra verità e leggende, tramandate dagli anziani che ancora oggi amano raccontarle arricchendole con la narrazione di usanze e tradizioni sempre attuali.
Racconta il Remondini (De nolana Ecclesiastica Historia, Napoli 1747, libro III, cap. LIV):
“…È fama, che (…) Ercole (…) dopo aver sul lido del mare fondato Erculano, oggi Torre del Greco, e Pompei or detta Torre della Nunziata, o Scafati fra terra inoltrandosi nell’ avvicinarsi che fece a Fregonia Terra or distrutta nel dintorno di Taurano, venir si vedesse incontro con festose acclamazioni quel Popolo a fargli ogni maggior dimostrazione di onore, e con trionfali rami di lauro in mano a fargli festa, ed applauso. Gradì Egli in sì fatta guisa questi segni pubblici di giubilo, e di trionfo, che prese una specialissima protezione di questa Terra, dei suoi Cittadini, ed a perpetua memoria dell’onor che gli fecero, mutar volle il primier nome di Fregonia in quel di Lauro, e dielle per insegna un albero di alloro con due Leoni rampanti al tronco…”
Lasciamo la leggenda e la forza dell’immaginario per la storia vera dell’uomo, che in questa terra ha trovato ospitalità da sempre; tracce della sua presenza sono evidenti già dal bronzo medio (grotte di Fraconia) e, con una continuità insediativa giunge fino ai nostri giorni.
Le origini sono incerte ma, comunque, antichissime e sono legate in qualche modo allo spostamento stagionale delle greggi transumanti (le primavere sacre sannitiche); a conferma i vari “focolai” del bronzo medio, individuati nel 1986 dal G.A.I. nelle località Pantanielli e Fraconia etc…
Si può ipotizzare, quindi, che già nell’età del bronzo gruppi di pastori-guerrieri dell’Appennino, guidati da un toro e attratti dalla mitezza del clima, dalla fertilità del suolo, dall’abbondanza d’acqua, dalla ricchezza della fauna e dalla posizione strategica, si siano insediati nella piana di Fraconia (Taurano) e che, in questi luoghi, adatti alla pastorizia, abbiano costituito una forma pacifica di assestamento e di convivenza con gli Etruschi (Capua, Nuceria e Nola) ed i Greci (Paestum, Neapolis ect…).
Ed ancora più incerte sono le date della fondazione e della ubicazione originario del sito attuale del Paese (IX sec. A. C.?).
Il toponimo (Taurania o Tauramina), menzionato da Plinio (“In Campano agro stabie oppidum fuere. Intercidit ibi Taurania. Sunt morientes Casilini reliquiae”),da Tito Livio (“Ager publicus Populi Romani erat in Samnitibus, qui Tauraninorum fuerat….”) e da Stefano Bizanzio (“Tauraniae oppidum Italiane; gentilitium. Tauraninus ut Placentinus et Tauranianus”), deriva, con molta probabilità, dal gentilizio latino Taurius o dal cognome Taurus, molto frequente nelle iscrizioni del napoletano, dal quale sarebbe potuto derivare un “fundus tauranus”.
E’ certo, comunque, che nel sito dove oggi sorge Taurano sia esistito un “oppidum” sannita, legato con un vincolo federale a Nola; “oppidum”, distrutto da Silla nel 90 a.C. durante la guerra sociale.
Con la conquista romana questo territorio viene investito da un fenomeno di riorganizzazione territoriale che porta alla nascita di molte ville residenziali e di produzione, la più importante delle quali quella ubicata al di sotto del complesso monumentale del convento di San Giovanni in Palco.
Con la decadenza dell’Impero romano, anche Tauranium o Taurania conosce un preoccupante regresso economico.
Il borgo medioevale (gli attuali rioni Ciesco, Cappello e Trivio) sovrapposto a quello di epoca romana (a sua volta sovrapposto a quello del V sec. a. C., distrutto da Silla), diviene Casale di Lauro, vivendone le vicende storico amministrative.
Contemporaneamente, grazie alla sua posizione strategica, il territorio montano, alle spalle del centro abitato di Taurano, diventa un rifugio sicuro per le popolazioni dell’Agro nolano e del Vallo di Lauro durante le incursioni barbariche del V secolo e saracene dei secoli successivi ed, in seguito, durante le funeste giornate della repubblica partenopea (26/30 aprile 1799) quando le truppe francesi metteranno a sacco e fuoco il Vallo di Lauro per reprimere le insorgenze anti-giacobine.
L’abbandono delle terre, tuttavia, favorisce la creazione di vasti spazi coperti da vegetazione selvaggia, costituendo la premessa affinché tra il VI e il XI secolo d. C. prima “i Basiliani” e poi i Benedettini avviano un’intensa attività di dissodamento e di messa a coltura dei terreni incolti.
Tra il VII e il X secolo anche nel territorio di Taurano, come in tutta la Diocesi di Nola, infuriano lotte politico-religiose tra Longobardi e clero latino e bizantini e clero basiliano; con l’iconoclastia, proclamata da Leone III Isaurico ((717/741), anche nella Diocesi di Nola si scatena la caccia alle immagini, contrastata dalla chiesa latina; numerose icone, soprattutto della Vergine vengono nascoste nelle zone montane del Vallo di Lauro e vengono recuperate molti anni dopo in circostanze miracolose (vedi la Madonna del Carpinello di Visciano, La Madonna Apparete di Liveri, La Madonna delle Grazie di Marzano, La Madonna della Carità di Moschiano ecc..);
le incisioni della Croce Patriarcale, sulle pareti di una grotta a Fraconia, avvalorano la presenza in loco di una comunità cristiana, guidata dal suo vescovo.
Taurano nel medioevo entra a far parte del feudo di Lauro e ne segue le vicende storiche; dai longobardi Antenolfo e Antolfo passa ai normanni di Roberto Sanseverino (1119); da Riccardo di Caserta ai De Balzo (1278), agli Orsini di Nola (1402), a Maria Sanseverino di Nola (1527), ai Pignatelli ai Lancellotti.
Un drammatico un episodio (che di seguito riportiamo), scoppiato a Taurano, è da mettersi sicuramente in relazione alla sommossa popolare capeggiata da Masaniello a Napoli.
Il 7 agosto 1657 un gruppo di cittadini armati di Taurano prelevarono il loro eletto, Matteo Mazza, il cancelliere Geronimo Bonaiuto insieme col chierico Aschettino d’Aschettino e li trascinarono a Lauro, dove, dopo un processo sommario, li ammazzarono; fu ferito mortalmente anche Jacopo Mazzocca. Nel periodo pre-unitario e post-unitario ha favorito l’organizzazione di bande di rivoluzionari (Angiolo Romano e Saverio Vecchione, entrambi di Taurano, hanno partecipato con l’Abate Minichini ai moti del 1821) e di briganti (Crescenzo di Carbonara) ed ha offerto ospitalità ai cospiratori contro il regime borbonico; tra questi va ricordato Frate Angelo Peluso da San Gennaro Vesuviano, sfortunato protagonista, nel 1832, della congiura contro Ferdinando II.
Il 25 giugno 1839 giunse a Taurano Ferdinando II; il sovrano delle Due Sicilie volle rendersi conto di persona della opportunità e della fattibilità della strada Lauro, Taurano- Monteforte.
Nella divisione amministrativa (decreto 4/5/1811), operata da Gioacchino Murat, insieme al Vallo di Lauro, il territorio di Taurano viene aggregato alla provincia di Caserta (l’antica Campania felix); con l’unità d’Italia, per compensazione territoriale passa alla provincia del Principato Ulteriore di Avellino, nell’indifferenza generale degli amministratori e della popolazione.
L’unificazione nazionale con Vittorio Emanuele II (1861) non risolve ma aggrava la critica situazione economico-sociale nelle campagne meridionali; anche a Taurano, dopo l’unità, le condizioni dei braccianti, privi di terra, o dei contadini proprietari di piccoli poderi si acutizzano, perché, con la vendita delle terre demaniali ai“ cosiddetti galantuomini”, perdono finanche i diritti di legnatico e di “spigolamento”, che li avevano aiutati a sopravvivere.
Il disinganno e la delusione per la mancata distribuzione delle terre, l’insofferenza contro i nuovi proprietari terrieri, rivelatisi ancora più sfruttatori di quelli precedenti, il disappunto per la nuova legislazione piemontese, non gradita ma subita (servizio militare obbligatorio, aumento della tassazione etc…) e un futuro senza speranza spingono numerosi contadini e braccianti tauranesi, per disperazione e/o solo per paura, ad ingrossare le “bande” di Cipriano La Gala e di Crescienzo Gravina (1861/1865) e, in seguito, tra il 1870 ed il 1923 ad emigrare verso le Americhe.
Questo fenomeno, che sconvolge in profondità la vecchia società rurale di Taurano, da una parte eleva il tenore di vita delle masse rurali, grazie alle rimesse degli emigrati, dall’altra parte, provoca una sensibile fermentazione dei salari, ai quali corrisponde un autentico crollo dei canoni di affitto delle terre, che, comunque, non favorisce un processo di rinnovamento delle strutture produttive del paese. Anche il comune di Taurano dà un notevole contributo umano alle due grandi guerre, come si desume dalli lapide murate nel prospetto del Municipio.
La salita al potere del fascismo provoca cambiamenti amministrativi e politici di rilievo: è da ricordare, ad esempio, l’incendio della Casa comunale e la conseguente aggregazione di Taurano a Lauro nel 1939; soltanto nel 1946, il comune riacquista la sua autonomia amministrativa.
Gli anni effervescenti del secondo dopoguerra vedono anche i tauranesi protagonisti delle rivendicazioni bracciantili e contadine; ad esse solo in parte riescono a venire incontro la Riforma Fondiaria con l’attribuzione agli assegnatari di alcune terre appartenenti ai comuni di Lauro e Taurano e nuove ondate di emigrazione verso la Francia, la Germania, la Svizzera e il Nord Italia.
L’emigrazione, il sacrificio e il duro lavoro hanno creato, comunque, i presupposti per l’innalzamento del livello economico e culturale di Taurano.
Arriviamo ai nostri giorni. L’ultimo scorcio del 1900 è stato segnato dal terremoto del 23 novembre 1980 con danni ma fortunatamente senza vittime umane.
La “ricostruzione” immediatamente avviata, si può dire ormai conclusa; sono state riparate moltissime abitazioni urbane e rurali; sono stati restaurati e riportati all’antico splendore edifici religiosi e civili (l’abbadia di S. Angelo, le Chiese Madonna del Rosario, dell’Arco e dell’Assunta; la Casa Comunale) mentre sono in corso i restauri del Convento di San Giovanni del Palco.
Parallelamente alla “ricostruzione post sismica” una serie di lavori pubblici rende più funzionale e più accogliente il nostro paese, troppe volte, nel corso dei secoli, sconvolto dalla natura e dagli uomini con la perdita di preziose testimonianze della sua cultura e della sua storia.
Una volta a Taurano, oltre alla agricoltura di sussistenza (grano, uva, ulivo,frutta, fichi d’india, frutta secca), erano molto diffuse attività artigianali come l’intaglio, la lavorazione del legno, del ferro e del tufo nero; attività oggi quasi del tutto scomparse.
Basti pensare ai vari portali tufacei (Abbadia di s: Angelo, convento, chiesa dei santi Sebastiano e Rocco ecc..) o lapidei (Chiese del Rosario e dell’Assunta, abitazioni private lungo via Bellini, via Chianca, via delle Palme e s. Antonio Abate ), ai raffinati arredi religiosi (seggi corali, leggii, pulpiti, altari lignei, banchi) o domestici (comò, comodini, letti, cristalliere, credenze, tavoli, sedie, armadi), alle numerose statue di legno collocate nelle chiese di Taurano e del Vallo di Lauro, che offrono una testimonianza di gusto artistico e di valori spirituali.
Solo per fare qualche nome: Giovan Battista Ferraro, allievo del Merliano (sec.XVI), Geronimo Ferraro (sec.XVI), Antonio Ferraro (allievo del “Capoccia”, sec. XVIII ), Ferruccio Fedeli, nato a (S. Elpicio, in provincia di Ascoli Piceno il 17-4-1882 / Taurano il 30-12-1961); Graziano Corrado e Rega Pellegrino (XX sec.).
Taurano non vanta soltanto i suoi monumenti; vi sono stati degli uomini che meritano di essere conosciuti per la parte che ebbero nelle vicende religiose e sociali del loro tempo. Ne ricordiamo alcuni.
Lucio Cluenzio Ampliato, patrizio sannita, proprietario della “ Officina Pinniana Lauriniensis”, ubicata in località “Fornaci di Capodacqua” (un dolio pompeiano, murato nel podio della capuana Reg. VI, Ins. n.VIII, n. 8: “Taurini /Pinniaes); fornaci manomesse e guastate, secondo il Rev. D. Alfredo Frezzaroli nel primo ventennio del 1900, in seguito all’istallazione di un acquedotto).
Lucio Cluenzio nel tentativo di dare respiro ai sanniti assediarti nella città di Nola dai romani, viene massacrato insieme ai suoi uomini da Silla (guerra sociale, 90 a.C).
Berardo da Taurano, notaio apostolico per la chiesa romana; accetta (31 luglio 1283) le garanzie offerte da re Carlo d’Angiò per il prestito ricevuto dalla Santa Sede per la guerra in Sicilia.
Benedetto Pludini, teologo e Priore della Badia di S. Lorenzo di Padula (+ 1623?).
Felice e Vito Antonio Ferraro, medici (sec.XVII).
Mons. Romano Borrasi (Moschiano 29 dicembre 1875/ Napoli 1 dicembre 1969), uomo di cultura e di fede, abate di Taurano per 50 anni.
Ferdinando Romano (Taurano 23 ottobre 1898/ 3 novembre 1984), ufficiale ex combattente, pluridecorato; cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto; è autore di una interessante pubblicazione “Sul classico problema di Giacomo Bernoulli – Nuova soluzione pratica”.

Taurano ha contribuito, col sangue dei propri figli, ai due grandi conflitti del 1900 e, purtroppo, piange i suoi morti, quelli che hanno immolato la loro gioventù in una trincea, in un ospedale da campo o in un Lager; molti di questi giovani non sono più tornati a casa, nemmeno da morti.

Elenco Caduti della  prima  guerra mondiale

1) Morti

  • Barbarulo Nicola fu Michele e fu Boglione Anna, segantino (Taurano 02/01/1891-Nola 15/10/1917), soldato 12^ Comp. Sussistenza muore nell’Osp. Mil. per malattia contratta in servizio;
  • Bonavita Carmine di Antonio Salvatore e di Amoroso Maria Rosa (Taurano16/02/1893- Frosinone 23/02/1916), soldato 59° Btg. Ftr. 8^ Comp., muore in Ospedale per bronco-polmonite;
  • Buonfiglio Michele di Tommaso e di Acerra Maria Giuseppa, boscaiolo (Taurano 15/09/1892- Lamerdoff 16/02/1919), soldato nel 30° Rgt. Ftr., prigioniero, muore nell’Ospedale Militare;
  • Esposito Michele di Aniello e Rega Filomena, contadino (Taurano 15/03/1885- Mariano del Friuli 01/06/1917), Caporale nel 216° Rgt., Ftr.,7^ Compagnia, muore per ferite procurate in combattimento da una scheggia di granata;
  • Ferraro Domenico fu Nicola (Taurano 23/10/1887- Perugia 05/07/1918); soldato della Croce Rossa, muore in Ospedale per ferite riportate al fronte;
  • Graziano Francescantonio (Taurano 16/01/1897 – Milovitiz 21/03/1918), prigioniero di guerra;
  • Graziano Sabato fu Domenico (Taurano 17/02/1886 – Barletta 25/11/1918), Bersagliere al 12° Rgt. Bers., muore nell’Ospedale Militare per ferite riportate in combattimento;
  • Manfredi Angelo fu Michelangelo e di Ferraro Raffaela, contadino, (Taurano 6/01/1899 – 06/03/1918); soldato nel 227° Fanteria, muore per polmonite nell’Ospedale da campo N. 215;
  • Manfredi Saverio fu Giuseppe (Taurano 05/04/1898- ), morto al fronte;
  • Rega Antonio di Giuseppe (Taurano 02/04/1898-  ), sottocapo di marina muore per TBC;
  • Romano Diego di Luigi e di Caliendo Rosa, contadino, (Taurano 04/02/1890–Asiago 13/11/1916), soldato bombardiere nel 31° Btg., colpito da pallottola in pieno petto, muore nell’accampamento alle pendici del Monte Chiesa;
  • Romano Felice di Tommaso e di Rega Maria Domenica, studente (Taurano 26/04/1889- Monte Leure in Valsugana 24/07/1917), soldato nel 135° Rgt. Ftr., muore nella 3^ Sez. Sanità per scoppio di bomba a mano;
  • Romano Giovanni fu Michele di Bossone Angela Maria, falegname (Taurano 14/11/1898 – Chiapovano sul Monte Grappa  25/08/1917); soldato nel 37 Rgt. Ftr., muore  per  ferite alla testa;
  • Venezia Salvatore fu Carmine (Taurano 24.11.1899),  soldato, muore al fronte.

2)   Dispersi

  • Venezia Pietropaolo fu Carmine e di Graziano Maria, contadino, (Taurano 20/07/1884); soldato nel 5° Rgt. Genio, scomparso in prigionia.

3)  Mutilati, invalidi e feriti

  • Graziano Martino fu Carmine e Graziano Maria, contadino, nato il 28 dicembre 1892; soldato nel 154° Fanteria, viene ferito a Monte Cimone (Trentino) con la perdita dell’occhio sinistro, il 19 luglio 1917.

4)  Decorati

  • Angieri Raffaele di Gabriele e di Ferraro Filomena (Taurano 5/04/1899-  ), medaglia di bronzo (R. D. 19 /08/1921): “ Attendente, con pericolo della propria vita, salvava la vita del suo ufficiale, quindi cooperava con valore alla riconquista di una posizione importante. Valona, Quota N. 203, 23 luglio 1920”.

Elenco Caduti della  seconda guerra mondiale

  • Amoroso Antonio fu Michele (Pago 19/10/1912- Ventimiglia 12/10/1939)
  • Buonfiglio Giuseppe di Sabato e di Venezia Assunta (Taurano 12/02/1915), soldato appartenente nella 9^ Compagnia  Fanteria, disperso sul fronte russo (dicembre 1942)
  • Colacurcio Antonio di Francesco e di Venezia Francesca (Taurano 05/08/1922-Africa Sett.le 04/12/1941), appartenente al Reparto Giovani Fascisti M.V.S.N., morto in combattimento
  • Cristiano Carmine di Giuseppe e di Venezia Maria (Taurano 26/12/1921), soldato nella  83^ Compagnia Auto; muore sul fronte cretese nel settembre 1943
  • Esposito Giovanni di Carmine e di Venezia Antonia (Taurano 30/12/1912- Zanderwater 20/06/1945), soldato nella 231^ Compagnia Mortaio, muore sul fronte Sudafricano
  • Ferraro Aniello fu Andrea e di Bonavita Clementina (Taurano 15/09/1913-Africa Settentrionale 03/07/1942), soldato nel 61° Rgt. Ftr.
  • Ferraro Carmine di Antonio (Taurano 10/10/1915-Lauro 21/11/1943) per il congelamento dei piedi
  • Ferraro Tommaso fu Raffaele e di Colacurcio Carmela (Taurano 07/09/1921- San Sepolcro 13/06/1944), appartenente alle Scuole N.N. e fucilato dai tedeschi
  • Graziano Andrea fu Antonio e di Scibella Vincenza (Taurano 14/12/1910-23/04/1944), soldato nel 114° Btg. M.V.S.N., disperso sul fronte tedesco
  • Graziano Fiorangelo fu Sabato e di Romano Nicoletta (Taurano 17/08/1918- 15/12/1942)  soldato nell’89° Rgt. Ftr., disperso sul fronte russo
  • Graziano Pietro fu Giovanni e di Esposito Luigia (Taurano 08/06/1921-Isola Daigona 11/02/ 1944), soldato nel 3° Rgt. Art. Ftr., muore nel Mar Egeo
  • Graziano Sebastiano fu Pietro e di Graziano Maria Filomena (Taurano 02/01/1922-31/03/ 1942), soldato nel 332° Gr. Art., disperso in Africa Settentrionale
  • Graziano Vito fu Michelangelo e di Napoletano Saveria (Taurano 21/09/1908-22/07/1944), C. N. nel 144° Btg. M.V.S.N., disperso sul fronte tedesco
  • Petrarca Luigi fu Saverio e di Manfredi Marianna (Taurano 05/10/1919-12/01/1943), Serg. Magg. nell’8° Rgt. Art. Ftr., disperso sul fronte russo

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